Glossario essenziale

approfondimenti sul mondo bizantino

ABBAZÍA / BADÍA: Comunità monastica autonoma dedita alla contemplazione, al culto e alla guida spirituale, in Occidente con la riforma cluniacense di papa Gregorio VII (1073-1085), che mira all’accentramento dell’organizzazione monastica nelle case madri, acquisisce la configurazione di congregazione con la subordinazione ad essa delle «abbazie filiali», che le erano legate per fondazione o per donazione. Viene a corrispondere cosí a un di presso all’«archimandritato».

 

AGIOGRAFÍA: Testo relativo alla vita di un Santo o Santa.

 

ARCHIMANDRÍTA: Capo spirituale di un archimandritato. Equivale all’«abate» nell’ordinamento religioso latino. È anche titolo onorifico, assegnato altresí a sacerdoti secolari.

 

 

ARCHIMANDRITÀTO: Monastero a capo di un raggruppamento di altri monasteri, o da cui dipendono altre entità ecclesiastiche.

 

BASILIANI: Ordine religioso ispirato alla Regola di San Basilio, che in Occidente, sul modello benedettino, raggruppa i monaci «greci» di disciplina bizantina dell’Italia meridionale e della Spagna, questi però di rito occidentale romano.

Già usata genericamente nei formulari di donazione della cancelleria normanna dalla fine dell’XI secolo, papa Eugenio IV nel 1446 adotta la definizione nella prospettiva di un’organizzazione del tutto occidentale del monachesimo bizantino in Italia. Papa Paolo IV (1555-1559) istituisce nella Diocesi spagnola di Jaen l’Ordine Basiliano, approvando l’adozione della Regola di San Basilio da parte di una comunità monastica latina. Il primo novembre del 1579 papa Gregorio XIII, nella prospettiva di una definitiva riforma dei monasteri bizantini dell’Italia meridionale, li costituisce in un’unica congregazione, sotto il nome di Ordine Basiliano Orientale.

Nel 1613 fu istituita la Congregazione Basiliana dei Ruteni, nella provincia ecclesiastica di Kiev, e nel 1697 quella del Melchiti, in Siria e Libano.

 

BÍOS: In greco sinonimo di Vita (‘testo scritto’) di un Santo o Santa.

 

CENÒBIO: Luogo destinato alla ‘vita comunitaria’ dei monaci, scandita dalla preghiera comune (celebrazione eucaristica e recita della liturgia delle ore, soprattutto delle maggiori, mattutino, vespro, compieta) e individuale, dalla meditazione, dal lavoro della terra e dalle attività manuali in genere, nonché dalla consumazione in comune dei pasti e dalla partecipazione assembleare al governo della casa religiosa. È il monastero per eccellenza, lodato in particolare dal Santo Padre Basilio.

 

CHORÍON: Nell’organizzazione territoriale bizantina era cosí indicato un borgo («comune rurale») sottoposto a giurisdizione fiscale dell’Impero, distinto da un insediamento fortificato, il kastron. Le due entità potevano essere spesso in connessione tra loro, e il primo si connotava come sobborgo, appunto rurale, dell’altro.

 

ĒGÚMENO (IGÚMENO): Capo spirituale di un monastero. Equivale al «priore» nell’ordinamento religioso latino.

 

EPARCHÍA: Nell’uso civile, il termine indica nell’Impero Romano d’Oriente una circoscrizione amministrativa equivalente alla latina provincia. Tali entità scomparvero nel VII secolo con l’istituzione dei temi.

In senso ecclesiale indica una provincia ecclesiastica, che in àmbito bizantino equivale a «diocesi».

 

ÈREMO / ASCETERIO: Luogo ‘deserto’, grotte inaccessibili o abituri appartati in altura, per lo piú con annesso ambiente destinato al culto, in cui il monaco elegge di vivere in solitudine, meditazione e particolari privazioni la propria vocazione religiosa.

La peculiare collocazione lo definisce come «deserto verticale» per chi ambisce a «imitare» l’esperienza degli asceti egiziani nel deserto della Tebaide.

 

HĒSYCHÍA (HISYCHÍA): Pratica ascetica che si sviluppa nell’àmbito del monachesimo orientale, e riceve grande impulso dal santo monaco athoníta Gregorio Palamàs, che privilegia la contemplazione del mistero divino nel prolungato ‘silenzio’.

 

LÀURA: Comunità monastica le cui celle, di dimensioni varie, sono raccolte intorno ad una chiesa. La preghiera in comune e le funzioni religiose, cosí come i pasti domenicali e delle feste, nonché le riunioni assembleari, costituiscono il momento di condivisione e di contribuzione alla crescita spirituale di ciascuno.

 

LOTTA ICONOCLÀSTA (ICONOCLASTÍA / ICONOCLÀSMO): Abolizione del culto delle immagini sacre e conseguente loro distruzione, per influenza dell’islamismo, voluta dall’imperatore Leone III Isàurico e promulgata con editto nel 730, col figlio Michele V assunse la portata d’una vera persecuzione, la quale colpí in particolare i monaci dello Stúdion, nei pressi di Costantinopoli.

L’opposizione del papa Gregorio II e la scomunica degli iconoclasti da parte del successore Gregorio III ottenne la sottrazione alla giurisdizione ecclesiastica romana delle province direttamente amministrate da Bisanzio, Cícladi, Creta, Peloponneso, Illirico, Italia meridionale e Sicilia.

 

METÒCHION: Dipendenza di un monastero, spesso con funzione amministrativa dei possedimenti agrari, distinta territorialmente dalla casa madre; veniva concessa a quesa espressamente a scopo di reddito.

In Occidente vi corrispondeva il termine grància o gràngia (fr. Grange, dal latino grànea), originariamente ‘granaio’, piú tardi ‘azienda produttiva monastica’.

 

MONACHESIMO ORIENTALE: Esperienza religiosa sviluppata nel mondo orientale (Egitto, Medioriente, Cappadocia, Armenia, Grecia, Sicilia, Italia meridionale) sull’esempio di Sant’Antonio il Grande in Tebaide; San Basilio ne definí l’ordinamento in due redazioni, la Regola per esteso o diffusa (Grande Regola) e la Regola abbreviata (Piccola Regola).

 

MONACO: Chi sceglie la vita religiosa (dal greco mònos, ‘solo’), rifiutando lo stato coniugale, comune anche al clero secolare. Nel mondo bizantino la dimensione dell’uomo e della donna adulti è dualisticamente definita dall’adesione all’una o all’altra «vocazione».

 

MONASTERO: Casa religiosa di una comunità di monaci o monache (distinta, dall’abbazia e dal convento, com’è designata la residenza dei frati degli ordini mendicanti), è cosí indicato anche il complesso dei fabbricati e delle terre appartenenti alla comunità.

 

MONTE ÀTHOS (MONTE SANTO / SANTA MONTAGNA): Repubblica monastica tuttora vigente nel nord della Grecia, nella Penisola Calcidica, che gode di autonomia rispetto allo Stato greco e in passato godé del favore degli Imperatori bizantini. I venti monasteri che lo compongono, con le loro dipendenze, skite, kellía, isychastíria, non sono che una parte di quelli che vi sorsero durante il Medioevo, fondati da religiosi provenienti dalle regioni di lingua greca, ma anche da tutto il mondo ortodosso slavo, fin dalla Spagna. Tra questi ve n’era anche qualcuno latino: grande rilievo assunse quello degli Amalfitani, istituito da Leone di Benevento.

Fu punto di riferimento spirituale anche per il monachesimo italogreco.

 

RITO BIZANTINO: Tipo liturgico sviluppato a Costantinopoli dal ramo siroasiatico della famiglia liturgica siriaca, sotto l’influsso dei Santi Padri cappàdoci, Basilio il Grande, Giovanni Crisòstomo, Gregorio di Nazianzo, Gregorio di Nissa, con l’uso linguistico del greco.

Con la conversione della Rus’, l’adozione dello slavo come lingua liturgica e l’elaborazione di significativi particolarismi rituali, si distinguono un rito bizantino slavo e un rito greco bizantino, dal quale si differenzia alquanto, e si connota come rito a sé stante, anche quello italogreco. Di rito greco, in lingua greca e araba, sono anche i melchiti (gli ‘imperiali’, per la loro fedeltà storica all’Impero bizantino sotto la dominazione araba).

 

SAN BASILIO IL GRANDE: Vescovo e teologo, nato e morto a Cesarea di Cappadocia (329-379), è uno dei Padri della Chiesa greca, autore della liturgia eucaristica che porta il suo nome, e delle Regole a cui s’ispira il monachesimo orientale.

 

SANTI ITALOGRECI: Figure della tradizione religiosa bizantina dell’Italia meridionale e della Sicilia, che hanno costituito un modello di fede forte, tanto da vedere riconosciuta la dimensione di santità spesso già in vita, e spesso ben presto ufficializzata anche dalla Chiesa, furono accolte, prima dello Scisma di Cerulario, per lo piú anche da quella ortodossa greca.

 

THÈMA: Organizzazione militare e amministrativa dell’Impero bizantino dovuta, secondo la tradizione storiografica greca (Guillou-Burgarella), alla riforma dell’imperatore Eràclio (610-641), in cui la conduzione delle province (thèmata) era affidata a un’autorità che assumesse doppia funzione, di governatore e di stratega, e che era tenuta a fornire, attingendo alle risorse della popolazione locale, un contingente armato all’esercito imperiale in proporzione della propria consistenza territoriale.

 

TYPIKÒN: Nella liturgia bizantina corrisponde all’ordo di quella latina: contiene le indicazioni, giorno per giorno, per l’ufficiatura divina, celebrazione eucaristica e recita delle ore, in riferimento al calendario liturgico.

La Chiesa di Costantinopoli adotta quello di monastero di San Saba del Sinai; il tipico della tradizione italogreca è invece quello adattato da San Teodoro dello Stúdion.

Il Typikòn ktitorikòn è, nella vita monastica bizantina, la Costituzione definita per i monaci dal fondatore di un monastero

 

VITA CENOBITICA: Scelta monastica, anche temporanea, condotta nel cenobio.

 

VITA EREMITICA: Scelta monastica, anche temporanea, condotta nell’eremo.

 

VITA LAURITICA: Scelta monastica, anche temporanea, condotta nella laura.