
sede
Centro studi e ricerche della biodiversità – PNCVA
Località Montisani- Vallo della Lucania (Sa)
Punto informativo Cammino di San Nilo
Via Roma – Rofrano (Sa)
contatti
info@camminibizantini.com
ass.gazania@gmail.com
PEC: gazania@pec.it
La meta del Cammino di San Nilo nel Cilento bizantino è San Mauro la Bruca, ma non la fine del viaggio. Il Cammino, infatti, prosegue seguendo il corso del fiume Lambro che da San Mauro la Bruca arriva a Palinuro con un percorso di 13,5 km. È una passeggiata rilassante verso il mare e la costa, che simboleggia la speranza del pellegrino dopo giorni di sacrificio per raggiungere la meta.
È sempre possibile percorrere il Cammino di San Nilo in autonomia, scaricando le tracce GPX e aiutandosi con la segnaletica e le indicazioni dei residenti.
Tuttavia, l’esperienza è più significativa se vissuta in compagnia e con l’accompagnamento di una guida specializzata. Per questo organizziamo dei viaggi organizzati per piccoli gruppi, nei periodi dell’anno più belli per camminare.
Essendo una rinomata località turistica, Palinuro ha banche con servizio di Bancomat, l’Ufficio Postale con servizio di Postamat, agenzie di viaggio e un buon servizio d’informazione turistica. Ci sono poi diversi supermercati e negozi di souvenir per fare shopping.
Palinuro nel mito era il nocchiero di Enea che Virgilio nel quinto e sesto libro dell’Eneide racconta essere caduto in mare, sorpreso dal dio Sonno durante il viaggio che portava verso occidente il loro gruppo di troiani superstiti dalla distruzione della città, toccando terra su questa costa. Qui sarebbe stato trucidato dalla gente del posto, che gli avrebbe dedicato in séguito un cenotafio su cui avrebbe versato le offerte funebri.
Il poeta latino in realtà utilizzò il toponimo greco, che indica un ‘luogo dove gira, o muta il vento’, per creare uno dei personaggi piú affascinanti della sua opera.
In epoca greca l’abitato di Molpa insieme con Palinuro costituí, per sinecismo dell’elemento magnogreco con quello locale enotrio, una polis che coniava moneta con la legenda Pal-Mol, come attestano alcuni incusi in argento con la figura di un cinghiale in corsa. Sulla collina rimangono poche vestigia di quel glorioso passato.
La frazione indigena gli archeologi concordano ormai nel ritenerla proveniente dal territorio di Sala Consilina; presto la nuova fondazione cadde nell’influenza della piú potente vicina Elea.
Lo sviluppo dell’abitato di Centola, di cui Palinuro costituisce la marina, è legato all’Abbazia italogreca di Santa Maria, della quale oggi rimane il solo toponimo Badia.
È una delle grotte più incantevoli di Capo Palinuro, un punto di riferimento per la speleologia subacquea del Mezzogiorno: particolari fenomeni di rifrazione della luce attribuiscono all’acqua il caratteristico colore che le dà il nome.
Capo Palinuro è il promontorio roccioso, che conclude a settentrione il Golfo di Policastro. Si spinge per circa 2 km nel Mar Tirreno con punte rocciose alte più di 200 metri sul livello del mare.
Sono rocce calcaree che scendono a strapiombo nel mare e nelle quali le acque hanno scavato numerose grotte e profonde gole.
Il tonno antenato di quello che arriva sulle nostre tavole era ben conosciuto in tutto il Mediterraneo fin dal Paleolitico. I Micenei nella seconda metà del secondo millennio avanti cristo erano abili pescatori e costruivano tonnare fisse lungo le rotte di migrazione di pesci. In molti centri costieri dell’occidente punico era praticata la pesca dei grandi pelagici e, dove la produzione era consistente sorgevano grandi impianti di salagione
Sorgeva in alto su uno sperone roccioso, a controllo della gola attraversata dal fiume Mingardo, una fortificazione probabilmente in collegamento semaforico col castello della Molpa e con gli impianti castellari dell’interno. Il villaggio medievale di San Severino sorse poco più in basso intorno a un notevole edificio chiesastico databile all’undicesimo, dodicesimo secolo.
A Palinuro la macchia mediterranea è arricchita da questo «fossile vivente», , che cresce solo nell’arco di costa che va dalle spiagge del Mingardo al Capo Palinuro ed evoca l’era geologica frequentata dai dinosauri.
Si parte dalla località Spiaggia della Marinella e, pagaiando lungo le spiagge della Cala delle Ossa, si possono visitare la nota Spiaggia del Buondormire, la Grotta delle Ciàvole, la Grotta dei Pertusi e infine l’Archetiello di Palinuro nella Cala Fetente. Esiste la possibilità di fare snorkeling.
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